Various whitespaces and lines length fixes
PR: docs/39510 Submitted by: Alex Dupre <sysadmin@alexdupre.com> Approved by: keramida
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77b67b247b
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f4128cc579
Notes:
svn2git
2020-12-08 03:00:23 +00:00
svn path=/head/; revision=13463
1 changed files with 95 additions and 82 deletions
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@ -24,15 +24,15 @@
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<abstract>
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<para>Spesso è utile dividere una rete fisica (come una Ethernet)
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in due segmenti separati, senza dover creare sottoreti e usare un router
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per collegarli assieme. Il dispositivo che collega due reti insieme in
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questo modo è chiamato bridge. Un sistema FreeBSD con due
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per collegarli assieme. Il dispositivo che collega due reti insieme in
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questo modo è chiamato bridge. Un sistema FreeBSD con due
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interfacce di rete è sufficiente per raggiungere lo scopo.</para>
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<para>Un bridge funziona individuando gli indirizzi del livello
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<acronym>MAC</acronym> (indirizzi Ethernet) dei dispositivi collegati ad
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ognuna delle sue interfacce di rete e inoltrando il traffico tra le due
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reti solo se il mittente e il destinatario si trovano su segmenti
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differenti. Sotto molti punti di vista un brigde è simile a uno
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differenti. Sotto molti punti di vista un brigde è simile a uno
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switch Ethernet con solo due porte.</para>
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</abstract>
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</articleinfo>
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@ -44,14 +44,14 @@
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delle connessioni a banda larga (xDSL) e a causa della riduzione del
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numero di indirizzi IPv4 disponibili, molte società si ritrovano
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collegate ad Internet 24 ore su 24 e con un numero esiguo (a volte nemmeno
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una potenza di 2) di indirizzi IP. In situazioni come queste spesso
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una potenza di 2) di indirizzi IP. In situazioni come queste spesso
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è desiderabile avere un firewall che regoli i permessi di ingresso
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e uscita per il traffico da e verso Internet, ma una soluzione basata
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sulle funzionalità di packet filtering dei router può non
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essere applicabile, vuoi per problemi di suddivisione delle sottoreti,
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vuoi perché il router è di proprietà del fornitore di
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accesso (<acronym>ISP</acronym>), vuoi perché il router non
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supporta tali funzionalità. È in questi casi che l'utilizzo
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supporta tali funzionalità. È in questi casi che l'utilizzo
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di un filtering bridge diventa altamente consigliato.</para>
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<para>Un firewall basato su bridge può essere configurato e inserito
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@ -59,8 +59,9 @@
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alcun problema di assegnazione di indirizzi IP.</para>
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<note>
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<para>La traduzione italiana di <quote>firewall</quote> è <quote>muro anti incendio</quote>,
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<emphasis>non</emphasis> <quote>muro di fuoco</quote> come molti pensano. Nel corso
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<para>La traduzione italiana di <quote>firewall</quote> è
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<quote>muro anti incendio</quote>, <emphasis>non</emphasis>
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<quote>muro di fuoco</quote> come molti pensano. Nel corso
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dell'articolo, comunque, manterrò i termini tecnici nella loro
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lingua originale in modo da non creare confusione o
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ambiguità.</para>
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@ -71,14 +72,14 @@
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<title>Metodi d'installazione</title>
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<para>Aggiungere le funzionalità di bridge a una macchina FreeBSD non
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è difficile. Dalla release 4.5 è possibile caricare tali
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è difficile. Dalla release 4.5 è possibile caricare tali
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funzionalità come moduli anziché dover ricompilare il
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kernel, semplificando di gran lunga la procedura. Nelle prossime
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kernel, semplificando di gran lunga la procedura. Nelle prossime
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sottosezioni spiegherò entrambi i metodi di installazione.</para>
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<important>
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<para><emphasis>Non</emphasis> seguite entrambe le istruzioni: le
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procedure sono <emphasis>a esclusione</emphasis>. Scegliete
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procedure sono <emphasis>a esclusione</emphasis>. Scegliete
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l'alternativa che meglio si adatta alle vostre esigenze e
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capacità.</para>
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</important>
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@ -88,19 +89,20 @@
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sia in ricezione che in trasmissione, difatti devono essere in grado di
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inviare pacchetti Ethernet con qualunque indirizzo, non solo il loro.
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Inoltre, per avere un buon rendimento, le schede dovrebbero essere di
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tipo PCI bus mastering. Le scelte migliori sono ancora le Intel
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EtherExpress Pro seguite dalle 3Com 3c9xx subito dopo. Per comodità
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nella configurazione del firewall può essere utile avere due schede
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di marche differenti (che usino drivers differenti) in modo da distinguere
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chiaramente quale interfaccia sia collegata al router e quale alla rete
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interna.</para>
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tipo PCI bus mastering. Le scelte migliori sono ancora le Intel
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EtherExpress Pro seguite dalle 3Com 3c9xx subito dopo. Per
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comodità nella configurazione del firewall può essere
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utile avere due schede di marche differenti (che usino drivers
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differenti) in modo da distinguere chiaramente quale interfaccia sia
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collegata al router e quale alla rete interna.</para>
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<sect2 id="filtering-bridges-kernel">
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<title>Configurazione del Kernel</title>
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<para>Così avete deciso di utilizzare il più vecchio e
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collaudato metodo di installazione. Per prima cosa bisogna aggiungere le
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seguenti righe al file di configurazione del kernel:</para>
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collaudato metodo di installazione. Per prima cosa bisogna
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aggiungere le seguenti righe al file di configurazione del
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kernel:</para>
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<programlisting>options BRIDGE
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options IPFIREWALL
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@ -126,7 +128,7 @@ options IPFIREWALL_VERBOSE</programlisting>
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<programlisting>bridge_load="YES"</programlisting>
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<para>In questo modo all'avvio della macchina verrà caricato
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insieme al kernel anche il modulo <filename>bridge.ko</filename>. Non
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insieme al kernel anche il modulo <filename>bridge.ko</filename>. Non
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è necessario invece aggiungere una riga per il modulo
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<filename>ipfw.ko</filename> in quanto verrà caricato in
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automatico dallo script <filename>/etc/rc.network</filename> dopo aver
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@ -139,12 +141,13 @@ options IPFIREWALL_VERBOSE</programlisting>
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<para>Prima di riavviare per caricare il nuovo kernel o i moduli richiesti
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(a seconda del metodo che avete scelto in precedenza), bisogna effettuare
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alcune modifiche al file <filename>/etc/rc.conf</filename>. La regola di
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default del firewall è di rifiutare tutti i pacchetti IP. Per
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iniziare attiviamo il firewall in modalità <option>open</option>, in modo da
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verificare il suo funzionamento senza alcun problema di filtraggio pacchetti
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(nel caso stiate eseguendo questa procedura da remoto, tale accorgimento vi
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consentirà di non rimanere erroneamente tagliati fuori dalla rete).
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alcune modifiche al file <filename>/etc/rc.conf</filename>. La regola di
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default del firewall è di rifiutare tutti i pacchetti IP. Per
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iniziare attiviamo il firewall in modalità <option>open</option>,
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in modo da verificare il suo funzionamento senza alcun problema di
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filtraggio pacchetti (nel caso stiate eseguendo questa procedura da
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remoto, tale accorgimento vi consentirà di non rimanere
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erroneamente tagliati fuori dalla rete).
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Inserite queste linee nel file <filename>/etc/rc.conf</filename>:</para>
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<programlisting>firewall_enable="YES"
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@ -154,39 +157,40 @@ firewall_logging="YES"</programlisting>
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<para>La prima riga serve ad attivare il firewall (e a caricare il modulo
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<filename>ipfw.ko</filename> nel caso non fosse già compilato nel
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kernel), la seconda a impostarlo in modalità <option>open</option> (come descritto
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nel file <filename>/etc/rc.firewall</filename>), la terza a non
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kernel), la seconda a impostarlo in modalità
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<option>open</option> (come descritto nel file
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<filename>/etc/rc.firewall</filename>), la terza a non
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visualizzare il caricamento delle regole e la quarta ad abilitare il
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supporto per il logging.</para>
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<para>Per quanto riguarda la configurazione delle interfacce di rete, il
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metodo più utilizzato è quello di assegnare un IP a solo una
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delle schede di rete, ma il bridge funziona egualmente anche se entrambe o
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nessuna delle interfacce ha IP settati. In quest'ultimo caso (IP-less) la
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nessuna delle interfacce ha IP settati. In quest'ultimo caso (IP-less) la
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macchina bridge sarà ancora più nascosta in quanto
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inaccessibile dalla rete: per configurarla occorrerà quindi entrare
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da console o tramite una terza interfaccia di rete separata dal bridge. A
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da console o tramite una terza interfaccia di rete separata dal bridge. A
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volte all'avvio della macchina qualche programma richiede di accedere alla
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rete, per esempio per una risoluzione di dominio: in questo caso è
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necessario assegnare un IP all'interfaccia esterna (quella collegata a
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Internet, dove risiede il server <acronym>DNS</acronym>), visto che il
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bridge verrà attivato alla fine della procedura di avvio. Questo
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bridge verrà attivato alla fine della procedura di avvio. Questo
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vuol dire che l'interfaccia <devicename>fxp0</devicename> (nel nostro
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caso) deve essere menzionata nella sezione ifconfig del file
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<filename>/etc/rc.conf</filename>, mentre la <devicename>xl0</devicename>
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no. Assegnare IP a entrambe le schede di rete non ha molto senso, a meno
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no. Assegnare IP a entrambe le schede di rete non ha molto senso, a meno
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che durante la procedura di avvio non si debba accedere a servizi presenti
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su entrambi i segmenti Ethernet.</para>
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<para>C'è un'altra cosa importante da sapere. Quando si utilizza IP
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<para>C'è un'altra cosa importante da sapere. Quando si utilizza IP
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sopra Ethernet ci sono due protocolli Ethernet in uso: uno è IP,
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l'altro è <acronym>ARP</acronym>. <acronym>ARP</acronym> permette
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l'altro è <acronym>ARP</acronym>. <acronym>ARP</acronym> permette
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la conversione dell'indirizzo IP di una macchina nel suo indirizzo
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Ethernet (livello <acronym>MAC</acronym>). Affinché due macchine
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Ethernet (livello <acronym>MAC</acronym>). Affinché due macchine
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separate dal bridge riescano a comunicare tra loro è necessario che
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il bridge lasci passare i pacchetti <acronym>ARP</acronym>. Tale
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il bridge lasci passare i pacchetti <acronym>ARP</acronym>. Tale
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protocollo non fa parte del livello IP, visto che è presente solo
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con IP sopra Ethernet. Il firewall di FreeBSD agisce esclusivamente sul
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con IP sopra Ethernet. Il firewall di FreeBSD agisce esclusivamente sul
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livello IP e quindi tutti i pacchetti non IP (compreso
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<acronym>ARP</acronym>) verranno inoltrati senza essere filtrati, anche se
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il firewall è configurato per non lasciar passare nulla.</para>
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@ -194,7 +198,8 @@ firewall_logging="YES"</programlisting>
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<para>Ora è arrivato il momento di riavviare la macchina e usarla
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come in precedenza: appariranno dei nuovi messaggi riguardo al bridge e al
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firewall, ma il bridge non sarà attivato e il firewall, essendo in
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modalità <option>open</option>, non impedirà nessuna operazione.</para>
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modalità <option>open</option>, non impedirà nessuna
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operazione.</para>
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<para>Se ci dovessero essere dei problemi, è il caso di scoprire ora
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da cosa derivino e risolverli prima di continuare.</para>
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@ -218,7 +223,7 @@ firewall_logging="YES"</programlisting>
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<para>A questo punto dovrebbe essere possibile inserire la macchina tra
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due gruppi di host senza che venga compromessa qualsiasi
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possibilità di comunicazione tra di loro. Se è così,
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possibilità di comunicazione tra di loro. Se è così,
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il prossimo passo è quello di aggiungere le parti
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<literal>net.link.ether.<replaceable>[blah]</replaceable>=<replaceable>[blah]</replaceable></literal>
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di queste righe al file <filename>/etc/sysctl.conf</filename>, in modo che
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@ -229,38 +234,43 @@ firewall_logging="YES"</programlisting>
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<title>Configurazione del Firewall</title>
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<para>Ora è arrivato il momento di creare il proprio file con le
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regole per il firewall, in modo da rendere sicura la rete interna. Ci sono
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delle complicazioni nel fare questo, perché non tutte le
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regole per il firewall, in modo da rendere sicura la rete interna.
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Ci sono delle complicazioni nel fare questo, perché non tutte le
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funzionalità del firewall sono disponibili sui pacchetti inoltrati
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dal bridge. Inoltre, c'è una differenza tra i pacchetti che stanno
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dal bridge. Inoltre, c'è una differenza tra i pacchetti che stanno
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per essere inoltrati dal bridge e quelli indirizzati alla macchina locale.
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In generale, i pacchetti che entrano nel bridge vengono processati dal
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firewall solo una volta, non due come al solito; infatti vengono filtrati
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solo in ingresso, quindi qualsiasi regola che usi <option>out</option> oppure <option>xmit</option> non
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verrà mai eseguita. Personalmente uso <option>in via</option> che è una
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sintassi più antica, ma che ha un senso quando la si legge.
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Un'altra limitazione è che si possono usare solo i comandi <option>pass</option> e
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<option>drop</option> per i pacchetti filtrati dal bridge. Cose avanzate come <option>divert</option>,
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<option>forward</option> o <option>reject</option> non sono disponibili. Queste opzioni possono ancora
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essere usate, ma solo per il traffico da e verso la macchina bridge stessa
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(sempre che le sia stato assegnato un IP).</para>
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solo in ingresso, quindi qualsiasi regola che usi <option>out</option>
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oppure <option>xmit</option> non verrà mai eseguita. Personalmente
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uso <option>in via</option> che è una sintassi più antica,
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ma che ha un senso quando la si legge.
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Un'altra limitazione è che si possono usare solo i comandi
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<option>pass</option> e <option>drop</option> per i pacchetti filtrati
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dal bridge. Cose avanzate come <option>divert</option>,
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<option>forward</option> o <option>reject</option> non sono disponibili.
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Queste opzioni possono ancora essere usate, ma solo per il traffico da
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e verso la macchina bridge stessa (sempre che le sia stato assegnato
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un IP).</para>
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<para>Nuovo in FreeBSD 4.0 è il concetto di stateful filtering.
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Questo è un grande miglioramento per il traffico
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<acronym>UDP</acronym>, che consiste tipicamente di una richiesta in
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uscita, seguita a breve termine da una risposta con la stessa coppia di
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indirizzi IP e numeri di porta (ma con mittente e destinatario invertiti,
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ovviamente). Per i firewall che non supportano il mantenimento di stato,
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ovviamente). Per i firewall che non supportano il mantenimento di stato,
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non c'è modo di gestire questo breve scambio di dati come una
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sessione unica. Ma con un firewall che può <quote>ricordarsi</quote> di un
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pacchetto <acronym>UDP</acronym> in uscita e permette una risposta nei
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minuti successivi, gestire i servizi <acronym>UDP</acronym> è
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semplice. L'esempio seguente mostra come fare. La stessa cosa è
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possibile farla con i pacchetti <acronym>TCP</acronym>. Questo permette di
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evitare qualche tipo di attacco denial of service e altri sporchi trucchi,
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ma tipicamente fa anche crescere velocemente la tabella di stato.</para>
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sessione unica. Ma con un firewall che può
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<quote>ricordarsi</quote> di un pacchetto <acronym>UDP</acronym> in
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uscita e permette una risposta nei minuti successivi, gestire i
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servizi <acronym>UDP</acronym> è semplice.
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L'esempio seguente mostra come fare. La stessa cosa è
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possibile farla con i pacchetti <acronym>TCP</acronym>. Questo
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permette di evitare qualche tipo di attacco denial of service e altri
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sporchi trucchi, ma tipicamente fa anche crescere velocemente la
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tabella di stato.</para>
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<para>Vediamo un esempio di configurazione. Bisogna notare che all'inizio
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<para>Vediamo un esempio di configurazione. Bisogna notare che all'inizio
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del file <filename>/etc/rc.firewall</filename> ci sono già delle
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regole standard per l'interfaccia di loopback
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<devicename>lo0</devicename>, quindi non ce ne occuperemo più ora.
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@ -279,8 +289,9 @@ firewall_logging="YES"</programlisting>
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<para>Per il nostro esempio immaginiamo di avere l'interfaccia
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<devicename>fxp0</devicename> collegata all'esterno (Internet) e la
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<devicename>xl0</devicename> verso l'interno (<acronym>LAN</acronym>). La
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macchina bridge ha assegnato l'IP <hostid role="ipaddr">1.2.3.4</hostid>
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<devicename>xl0</devicename> verso l'interno (<acronym>LAN</acronym>).
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La macchina bridge ha assegnato l'IP
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<hostid role="ipaddr">1.2.3.4</hostid>
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(è impossibile che il vostro <acronym>ISP</acronym> vi assegni un
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indirizzo di classe A di questo tipo, ma per l'esempio va bene).</para>
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@ -332,61 +343,63 @@ add pass icmp from any to any icmptypes 11
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add drop log all from any to any</programlisting>
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<para>Coloro che hanno configurato un firewall in precedenza potrebbero aver
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notato che manca qualcosa. In particolare, non ci sono regole contro lo
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notato che manca qualcosa. In particolare, non ci sono regole contro lo
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spoofing, difatti <emphasis>non</emphasis> abbiamo aggiunto:</para>
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<programlisting>add deny all from 1.2.3.4/8 to any in via fxp0</programlisting>
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<para>Ovvero, non far entrare dall'esterno pacchetti che affermano di venire
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dalla rete interna. Questa è una cosa che solitamente viene fatta
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dalla rete interna. Questa è una cosa che solitamente viene fatta
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per essere sicuri che qualcuno non provi a eludere il packet filter,
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generando falsi pacchetti che sembrano venire dall'interno. Il problema
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||||
generando falsi pacchetti che sembrano venire dall'interno. Il problema
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è che c'è <emphasis>almeno</emphasis> un host
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sull'interfaccia esterna che non si può ignorare: il router.
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Solitamente, però, gli <acronym>ISP</acronym> eseguono il controllo
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anti-spoof sui loro router e quindi non ce ne dobbiamo preoccupare.</para>
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<para>L'ultima riga sembra un duplicato della regola di default, ovvero non
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far passare nulla che non sia stato specificatamente permesso. In
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far passare nulla che non sia stato specificatamente permesso. In
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verità c'è una differenza: tutto il traffico sospetto
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verrà loggato.</para>
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<para>Ci sono due regole per permettere il traffico <acronym>SMTP</acronym>
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e <acronym>DNS</acronym> verso il mail server e il name server, se ne
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avete. Ovviamente l'intero set di regole deve essere personalizzato
|
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avete. Ovviamente l'intero set di regole deve essere personalizzato
|
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per le proprie esigenze, questo non è altro che uno specifico
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esempio (il formato delle regole è spiegato dettagliatamente nella
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||||
man page &man.ipfw.8;). Bisogna notare che, affinché <quote>relay</quote> e <quote>ns</quote>
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man page &man.ipfw.8;). Bisogna notare che, affinché
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<quote>relay</quote> e <quote>ns</quote>
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siano interpretati correttamente, la risoluzione dei nomi deve funzionare
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<emphasis>prima</emphasis> che il bridge sia attivato. Questo è un
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<emphasis>prima</emphasis> che il bridge sia attivato. Questo è un
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chiaro esempio che dimostra l'importanza di settare l'IP sulla corretta
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scheda di rete. In alternativa è possibile specificare direttamente
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l'indirizzo IP anziché il nome host (cosa necessaria se la macchina
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è IP-less).</para>
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scheda di rete. In alternativa è possibile specificare
|
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direttamente l'indirizzo IP anziché il nome host (cosa necessaria
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se la macchina è IP-less).</para>
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<para>Le persone che sono solite configurare un firewall probabilmente
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avranno sempre usato una regola <option>reset</option> o <option>forward</option> per i pacchetti
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ident (porta 113 <acronym>TCP</acronym>). Sfortunatamente, questa non
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||||
avranno sempre usato una regola <option>reset</option> o
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<option>forward</option> per i pacchetti
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ident (porta 113 <acronym>TCP</acronym>). Sfortunatamente, questa non
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è una scelta applicabile con il bridge, quindi la cosa migliore
|
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è lasciarli passare fino alla destinazione. Finché la
|
||||
è lasciarli passare fino alla destinazione. Finché la
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macchina di destinazione non ha un demone ident attivo, questa tecnica
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è relativamente sicura. L'alternativa è proibire le
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è relativamente sicura. L'alternativa è proibire le
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connessioni sulla porta 113, creando qualche problema con servizi tipo
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<acronym>IRC</acronym> (le richieste ident devono andare in
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timeout).</para>
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<para>L'unica altra cosa un po' particolare che potete aver notato è
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che c'è una regola per lasciar comunicare la macchina bridge e
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un'altra per gli host della rete interna. Ricordate che questo è
|
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un'altra per gli host della rete interna. Ricordate che questo è
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||||
dovuto al fatto che i due tipi di traffico prendono percorsi differenti
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attraverso il kernel e di conseguenza anche dentro il packet filter. La
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attraverso il kernel e di conseguenza anche dentro il packet filter. La
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rete interna passerà attraverso il bridge, mentre la macchina
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locale userà il normale stack IP per le connessioni. Perciò
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due regole per gestire due casi differenti. Le regole <literal>in via
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<devicename>fxp0</devicename></literal> funzionano in entrambi i casi. In generale,
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se usate regole <option>in via</option> attraverso il packet filter, dovrete fare
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un'eccezione per i pacchetti generati localmente, in quanto non entrano
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tramite nessuna interfaccia.</para>
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locale userà il normale stack IP per le connessioni. Perciò
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due regole per gestire due casi differenti. Le regole <literal>in via
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<devicename>fxp0</devicename></literal> funzionano in entrambi i casi.
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In generale, se usate regole <option>in via</option> attraverso il
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packet filter, dovrete fare un'eccezione per i pacchetti generati
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localmente, in quanto non entrano tramite nessuna interfaccia.</para>
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</sect1>
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<sect1 id="filtering-bridges-contributors">
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